Panorama di Paitone con la chiesa parrocchiale dal monte Budellone

 

Foto panoramica di paitone in Valsabbia provincia di Brescia Stemma del Comune di Paitone in Valsabbia

 

La posizione di Paitone
Paitone è un paese di frangia rispetto alla Valle Sabbia; occupa infatti l'estrema parte sud-occidentale della stessa; è situato ai piedi di colline che lo cingono ad anfiteatro, a ridosso della statale 45 bis (Brescia-Tormini) che lo attraversa a sud nella frazione Bettola.
Il paese è, dal punto di vista urbanistico, un aggregato di varie contrade: Paitone capoluogo, Bettola, Risoline, Colombaro, Soina e i nuclei montani di Pospesio, Marguzzo, Sarzena.

I nuclei urbani di Paitone
Marguzzo e Sarzena
Situati a nord del paese, in zona montana, vi si arriva con una comoda strada panoramica che si inerpica in mezzo ad un bosco di conifere.
Sono i nuclei più antichi di Paitone, sorti nel VII -VIII secolo; sono tuttora visibili, anche se compromesse nelle loro caratteristiche architettoniche, le costruzioni basse con pilastri tozzi e robusti.
A Marguzzo sorge la chiesetta di S. Martino, che risale al VII secolo.
In epoca medioevale questi nuclei avevano regolare collegamento stradale con Gavardo e la Valle Sabbia via Gusciana, e, con Brescia via Serle, S. Gallo e Botticino.

Pospesio
È un nucleo abitato sorto intorno ai cascinali: si adagia in un'amena valletta il cui fianco sud, costituito dal monte Paitone, è purtroppo butterato a causa delle numerose cave. È in comunicazione con Gavardo tramite la strada della valle Gusciana.

Colombaro e Soina
Sorsero intorno all'XI secolo ad opera dei Benedettini di S. Pietro in Monte di Serle, in zona pedemontana, a seguito delle bonifiche delle terre acquitrinose.
Delle due contrade, Soina è quella che ha conservato un aspetto suggestivo e austero, per la particolare tipologia delle sue costruzioni, alcune delle quali, risalenti al XVI secolo, sono menzionate da Fausto Lechi nel IV volume de Le dimore bresciane (casa Achille, casa Ghio, casa Ghidinelli).

Paitone capoluogo
L'architettura delle case del nucleo centrale (finestrelle ogivali, mura possenti) affacciate su via Moretto, testimonia che questo borgo è di origine medioevale.
Vi sono case che, pur ampiamente rimaneggiate, conservano ancora tratti caratteristici (casa CavalIeri in via S. Giulia, villa Basiletti-Martinengo e villa Sorelli in via Moretto).

Bettola
Sorse intorno a villa Averoldi, la cui parte centrale risale al XVI secolo, sulla strada che a quel tempo univa Paitone a Goglione di Sotto (Prevalle).

 

Una casa-torre a Paitone in contrada Soina

 

Una casa-torre a Paitone in contrada Soina

 

La storia di Paitone
Preziosi reperti archeologici, rinvenuti negli anni Sessanta sul monte Paitone, testimoniano l'esistenza di un insediamento umano preistorico, risalente all'età del bronzo.
L'esame di tali reperti, ora conservati nel Museo di Gavardo, e un sopralluogo alla località di rinvenimento, hanno accreditato l'ipotesi che sulla dorsale del monte, verso la valletta di Pospesio, sorgesse l'insediamento, costituito da capanne all'asciutto, sovrastanti uno specchio d'acqua interno che occupava la valletta.
Quest'area e l'area montana, a nord dell'attuale paese, dovette essere fin dall'epoca preromana, per la posizione ospitale e di transito, luogo residenziale favorevole.
Fu successivamente meta di migrazione di popolazioni nordiche e montanare, provenienti dall'Alto Chiese.
Furono queste a costruire i cascinali tozzi, sorretti da pilastri bassi e di enorme grossezza, con portali larghi e bassi tipici della zona: i baitù (VII secolo circa); Paitone potrebbe quindi essere un toponimo che deriva dalla denominazione di questi cascinali.
La storia documentata di Paitone è legata alla presenza dei Benedettini del monastero di S. Pietro in Monte di Serle (secolo XI), che presero possesso dei plessi montani di Pospesio e Marguzzo e procedettero alla bonifica delle terre pedemontane, cui seguì la costruzione dei nuclei abitati di Soina e Colombaro.
Nell'XI secolo fanno la loro comparsa i "Capitani de Paitono", signori di Paitone, vassalli feudatari del monastero benedettino di Serle.
Di essi il più celebre è quel Valerio Paitone, al quale a Brescia è intestata una via, congiurato nel 1512 contro i Francesi, ucciso nel 1516 in un'imboscata tesagli a Nave.
Lo stemma che attualmente orna il vessillo comunale (scudo con tre lune falcate d'argento, sormontato da una corona) era lo stemma di questa famiglia di capitani del popolo.
Le vicende storiche dell'epoca moderna e contemporanea hanno visto i Paitonesi protagonisti discreti, apparentemente ai margini degli eventi più eclatanti, eppure presenti nel loro agire concreto e dignitoso, in una dimensione che li ha caratterizzati e li caratterizza come comunità viva e, al di là di contingenti divergenze, solidale.