Le contrade di Viè, Zumiè e Vico, adagiate nell'ondulato, dolce paesaggio fra i bacini del lago d'Idro e di Garda.

 

Le contrade di Capovalle in Valsabbia Stemma del Comune di Capovalle in Valsabbia

 

I nuclei urbani
Posto fra i bacini del lago d'ldro e lago di Garda, al confine con la Valvestino, Capovalle ebbe fin da epoca remota la naturale funzione di incrocio delle vie montane.
Il comune è composto dalle tre contrade di Zumiè, Vico e Viè.
Di probabile origine retica sarebbe il termine Zumiè (da zum = recinto abitato) mentre le voci di Vico e Viè sembrano risalire all'epoca romana: Vico da vicus = villaggio e Viè da viae = incrocio stradale.
Le stesse etimologie dei nomi delle contrade confermano che Capovalle svolgeva un ruolo molto importante nelle comunicazioni tra Valle Sabbia, Riviera del Garda e Trentino.

Notizie turistiche
Da vedere sul Monte Stino il Museo dei reperti storici e bellici della guerra 1915/18.

Folk1ore e cultura
Come ogni borgo che è rimasto legato alle tradizioni montanare, Capovalle festeggia particolarmente la vigilia dell'Epifania: la festa della stella; il 24 giugno la sagra di S. Giovanni Battista; il 15 luglio la festa del Monte Stino, organizzata dagli alpini presso la chiesetta; il 15 agosto la festa della Madonna di Rio Secco.

Specialità gastronomiche
Uccelli allo spiedo con polenta, capretto arrosto, funghi, porchetta allo spiedo, capriolo in salmì e altra selvaggina, polenta tiragna e la "spongada", tradizionale dolce di ferragosto.

La storia di Capovalle
Nei vari secoli le strade che attraversarono Capovalle furono percorse da mercanti, contrabbandieri ed eserciti.
Da qui passarono i soldati del Barbarossa (1162), del Piccinino (1437-39), i Lanzichenecchi del Frundsberg (1526), i fanti di Napoleone (1796), i bersaglieri di Durando (1848-49), la cavalleria del Cialdini (1859), le camicie rosse di Garibaldi (1866).
Dopo la caduta dell'Impero Romano, la zona fece parte dell'arimannia longobarda, che si estendeva dal Maniva a S. Pietro di Salò; quindi della Quadra vescovile di Bagolino.
I Visconti di Milano lo inclusero nella Quadra di Valle Sabbia; il governo di Venezia lo aggregò alla Quadra di Montagna della Riviera di Salò; la Repubblica Cisalpina nel 1798 lo fece frazione di Idro, dal quale comune ottenne la separazione col governo di Vienna, e tale rimase nell'ordinamento amministrativo del Regno d'Italia pubblicato nel 1868.
Nel periodo alto-medioevale tutta la comunità dipendeva ecclesiasticamente dalla Pieve di S. Maria ad Undas, dalla quale si emancipò nella seconda metà del XVII secolo, rendendosi autonoma parrocchia.
Capovalle ebbe un periodo sereno e di relativo benessere durante il dominio veneto che con le ducali del 1440, del 1449, del 1557 e del 1612 lo esentò dal pagamento dei dazi sullo scambio delle merci e dall'obbligo di alloggiare la milizia.
La crisi della seconda metà del 1800, le sopravvenute condizioni di povertà, alla fine della prima guerra mondiale, spinsero la popolazione ad emigrare in massa.
Dopo la ricostruzione del decennio '50-'60, con le rimesse degli emigranti e grazie al ritorno degli stessi, il paese si è incamminato in una graduale rinascita, sia sul versante artigianale che su quello turistico.
Anticamente il comune lo troviamo indicato con Ano (sec. XV) e con Hano (sec. XVI). Conservò il nome di Hano sino all'inizio del nostro secolo, quando il consiglio comunale (giugno 1907), presieduto dal sindaco Pietro Lombardi, deliberò di chiedere l'autorizzazione a cambiare il nome.
Nel novembre dello stesso anno fu emesso il decreto ed autorizzata la denominazione di Capovalle, che significa, appunto, posizione di inizio della Valle Sabbia.